L’umanità ha rimodellato radicalmente la Terra sfruttando le sue risorse uniche e inestimabili e sostituendo paesaggi naturali mozzafiato con parchi industriali.
Oggi il peso di tutti gli oggetti creati dall’uomo supera la massa di tutti gli esseri viventi. La maggior parte dei mammiferi viventi è ora costituita da bestiame, esseri umani e dai loro animali domestici, lasciando solo il 4% di spazio agli animali selvatici.
Mentre il progresso tecnologico e medico ha mitigato e gestito alcune malattie, altre stanno emergendo a causa dell’inquinamento e delle conseguenze del cambiamento climatico. Tra queste, malattie mentali, ictus, cardiopatie ischemiche, malattie polmonari ostruttive croniche, cancro ai polmoni, polmonite e cataratta.
Forse abbiamo dimenticato che siamo parte della natura e che, distruggendola, distruggiamo noi stessi.
Anche il settore finanziario non può sostenersi senza un pianeta sano, poiché oltre il 50% dell’economia globale si basa direttamente sulle risorse naturali e biologiche del nostro pianeta.
Inoltre, il 72% delle società non finanziarie dell’area dell’euro dipende fortemente dai servizi ecosistemici e si troverebbe ad affrontare gravi problemi economici a causa del degrado degli ecosistemi.
Alla luce di questa situazione, il Quadro Globale per la Biodiversità (GBF) di Kunming-Montreal è stato adottato durante la COP 15 dopo un processo di consultazione e negoziazione durato quattro anni.
Il quadro stabilisce 4 obiettivi chiave per il 2050 e 23 obiettivi ambiziosi per il 2030, con l’obiettivo finale di piegare la curva della biodiversità, contrastando e invertendo le cause della perdita di biodiversità e riducendo l’impronta della produzione e del consumo umano.
Per raggiungere questi obiettivi a lungo termine, i paesi devono raggiungere 23 traguardi entro il 2030. Gli obiettivi principali includono il ripristino del 30% degli ecosistemi terrestri, acquatici e marini degradati, la promozione dell’agricoltura, dell’acquacoltura, della pesca e della silvicoltura sostenibili per migliorare la biodiversità e il reindirizzamento di 500 miliardi di dollari all’anno dagli incentivi dannosi a quelli che sostengono la biodiversità.
Seguiremo da vicino la COP 16, dove i Paesi riferiranno i loro progressi verso il raggiungimento di questi obiettivi cruciali. Questo ci fornirà preziose indicazioni per capire se e come le tendenze future della biodiversità, come la perdita e il degrado degli habitat, possano essere invertite e al contempo affrontare la sfida di nutrire una popolazione globale in crescita.
Le sfide possono sembrare scoraggianti in quanto richiedono cambiamenti economici significativi, ma le sfide portano anche opportunità – in questo caso, un’opportunità multimiliardaria.
Per gli investitori, invertire la perdita di biodiversità rappresenta un’opportunità multimiliardaria. Secondo il rapporto Future of Nature and Business del WEF, la transizione verso un’economia positiva per la natura potrebbe sbloccare 10.000 miliardi di dollari di opportunità commerciali e creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030.
In breve, la conservazione della biodiversità offre un vasto potenziale di investimento e sta diventando un elemento essenziale per gli investitori sostenibili tradizionali, non solo una considerazione di nicchia. Come nel caso del cambiamento climatico, il mantenimento dello status quo comporterà in futuro significative perdite economiche e sconvolgerà il nostro stile di vita. Allineando i sistemi di mercato alla natura, possiamo ottenere sia un impatto ambientale positivo che un ritorno economico.
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